Comunicazione responsabile: impegno, pazienza, cura

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“Comunicazione responsabile”: cosa significa? È una semplice etichetta, che utilizziamo per sentirci puliti, belli e bravi, o crediamo davvero sia preferibile interagire con più giudizio? Proviamo a rispondere.

Tempo fa ho scritto un post per evidenziare il mio punto di vista sull’argomento:

Comunicare è una responsabilità, qualunque sia il contesto.
Esiste un forte legame tra le nostre intenzioni, le parole che utilizziamo, i fatti che ne conseguono.

Quando desideriamo rimandare una discussione iniziata, supponiamo, al supermercato (= intenzione), e per tagliar corto esclamiamo “ne parliamo più tardi a casa!” (= parole), dobbiamo immaginare che l’altra persona riprenderà il discorso, così come concordato, la sera a cena (= fatti che ne conseguono).

Ricordiamo che ogni promessa non mantenuta, oltre a creare un’incongruenza tra le nostre intenzioni, parole e azioni, distrugge le aspettative del destinatario, la sua fiducia verso di noi. Comunicare in modo responsabile, infatti, significa innanzitutto essere consapevoli di ciò che diciamo e mantenere gli impegni.

Comunicazione responsabile: perché ci vuole impegno

Se un’azienda si definisce “responsabile”, dovrà agire come tale. Impegnarsi a rendere concreti i suoi slogan. Parole e fatti hanno pari importanza, c’è sempre una connessione.

Non basta dire, per esempio, “lavoriamo rispettando l’ambiente”. Clienti/fornitori sensibili al tema, prima di avviare qualsiasi collaborazione, vorranno saperne di più, cercheranno maggiori informazioni sulla filosofia operativa dell’impresa, si assicureranno che esista una corrispondenza tra brochure e realtà…

Un errore frequente, quando si comunica, è dare per scontato che la maggior parte delle persone sia distratta, poco interessata all’approfondimento. Tale convinzione spinge tanti a comportarsi in maniera frettolosa e superficiale, a volte rispecchiando il vero (se lavori in modo poco accurato, prima o poi lo si nota), altre volte rischiando di compromettere un risultato impeccabile per discutibile pigrizia.

Lavorare con pazienza e cura: ciò che fai comunica chi sei

Fare bene il proprio lavoro è l’elemento che differenzia il professionista serio dal millantatore.

Ciò che proponiamo – e come – dice molto su di noi, sulla nostra serietà e affidabilità. Personalmente, l’unità di misura con cui valuto se (e quanto) il mio interlocutore sia un comunicatore responsabile, comprende 3 elementi: impegno, pazienza e cura.

Il 10° punto del mio elenco valori, non a caso, afferma:

Prendere a cuore un lavoro è anche una responsabilità.

Da un collaboratore mi aspetto partecipazione, vivacità. Mi aspetto che il progetto proposto sia preso davvero in considerazione, che sia rispettato, tutelato come fosse una proprietà comune in egual misura. Spero che si lavori insieme con pazienza, per superare eventuali divergenze, perplessità, momenti difficili.

Si comunica responsabilmente scegliendo le parole giuste, con cui capire gli altri e farsi capire, con cui valorizzare il lavoro di ogni componente del team. Si comunica responsabilmente online e offline.

Essere pazienti significa anche lasciar fluire la comunicazione senza pretendere risposte immediate quando non è necessario; significa tollerare un tono sgarbato, evitare polemiche, ma riuscire a fare il punto quando serve. Un comunicatore responsabile è un lavoratore affidabile.

Una comunicazione responsabile crea buone relazioni

Alla base di una buona relazione, c’è sempre una comunicazione che funziona. Alla base di una comunicazione che funziona c’è sempre la capacità di trasmettere informazioni in modo comprensibile.

Secondo Friedemann Schulz von Thun, esperto di psicologia della comunicazione, possiamo utilizzare un modello per la comunicazione interpersonale, il cosiddetto “modello a 4 lati” o “modello a 4 orecchie” e immaginare l’informazione come un quadrato, composto appunto da 4 aspetti:

Il contenuto: come posso comunicare i fatti in maniera chiara e comprensibile?

La relazione: come mi comporto con il mio prossimo attraverso il mio modo di comunicare?

La rivelazione di sé: quando qualcuno si esprime, rivela anche qualcosa di sé;

L’appello: quando qualcuno esprime qualcosa, di norma vuole anche ottenere qualcosa.

[fonte: “Parlare insieme” – editore TEA]

L’autore ci aiuta a capire quanto sia importante non perdere mai di vista la componente emotiva di un messaggio, quando entriamo in relazione con gli altri. Per essere credibili, per promuovere un cambiamento sociale, occorre analizzare in primo luogo noi stessi e il nostro modo di stare in gruppo. Avere cura dei processi comunicativi quotidiani: anche questa è comunicazione responsabile.