Il valore della fiducia nella comunicazione

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Un tema spinoso, ma sempre attuale? Il valore della fiducia nella comunicazione, secondo me.
Per interagire in modo fluido, creare relazioni solide e durature, migliorare la produttività, non si può escludere questo sentimento dal nostro agire quotidiano. “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, si dice.
Eppure, imparare a donare fiducia – oltre che impegnarsi a trasmetterla – penso sia la scelta più saggia.

Comunicare con gli altri è ogni giorno più difficile: diffidenza, indifferenza e noncuranza impediscono la gestione di un dialogo costruttivo, ma anche lo sviluppo economico e sociale di qualsiasi comunità. Alla base di ogni rapporto commerciale o interpersonale, infatti, c’è sempre la fiducia. Rinunciarci è una follia.

Riscoprire il valore della fiducia

Guardare avanti con fiducia o restare sulla difensiva? Questo è il grande dilemma che accompagna tutti (chi più, chi meno, ovviamente) quando si inizia una nuova collaborazione o un nuovo percorso di vita.

Se il passato ha lasciato cicatrici, si ha paura di un’ulteriore delusione, di un altro fallimento. Possiamo distinguere tra 2 reazioni, proprie, rispettivamente, delle persone più istintive e degli individui più razionali:

  • le prime tenderanno comunque a rischiare, a fidarsi ancora (senza pensarci troppo);
  • i secondi valuteranno attentamente situazioni e soggetti prima di prendere una decisione.

Entrambi gli atteggiamenti sono positivi, basta solo non esagerare: è importante trovare un equilibrio tra “apertura” e “chiusura”. Riscoprire il valore della fiducia, infatti, equivale ad attribuirle il giusto peso.

“Fidarsi di/affidarsi a” qualcuno non è un segno di debolezza (convinzione che spinge a non concedere mai la propria fiducia a nessuno); ma è anche giusto evitare di sovrastimare il prossimo (condotta che incita a fidarsi sempre e comunque di tutti, senza fermarsi a valutare i rischi). Sarebbe preferibile, insomma, individuare una via di mezzo tra un’eccessiva superficialità e uno smisurato sospetto.

Comunicazione, fiducia, reciprocità

Nella maggior parte dei casi, si ha di fronte una persona con i nostri stessi timori. La soluzione, quindi, è sempre la reciprocità: riuscire a dimostrare la propria affidabilità, da una parte, ed essere capaci di riconoscere una persona affidabile, dall’altra. Venirsi incontro crea un circolo virtuoso.

Chi dona sincera fiducia, attribuisce una responsabilità: l’interlocutore meritevole ne ha consapevolezza e, per questo motivo, sarà felice di dare il massimo per essere all’altezza della stima accordata e non disattendere le aspettative. Chi è affidabile, trasmette sicurezza: avviare un percorso professionale con un referente attento, puntuale e leale, significa dire addio alle preoccupazioni e programmare le attività in modo più sereno. Non a caso, il 4° punto della mia filosofia operativa è il seguente:

Si lavora bene insieme solo se c’è fiducia reciproca.

A volte è necessario del tempo per instaurare un legame solido, altre volte basta un attimo. È anche una questione di chimica? Sicuramente. Fiducia, empatia, stima, considerazione, sono i pilastri del dialogo. Capirsi al volo rende tutto più semplice, ma parliamo di dinamiche irrazionali, rare e difficili da spiegare.  Accade più spesso di trovarsi in situazioni complicate, in cui la comprensione non è immediata: qualunque sia il contesto, però, vale la sempre la pena fare uno sforzo per entrare in sintonia con l’altro.

Conclusione

La fiducia è un dono per chi ne beneficia e un’opportunità per chi la conferisce. Non si può comprare, né pretendere. Per maneggiarla sono indispensabili generosità, coraggio, coerenza e rispetto, soprattutto in tempi come questi: ormai si ha paura di tutto e di tutti e pochi sono capaci di mantenere la parola data.

Ciascuno di noi è un mondo a sé. Conquistare la fiducia di una persona introversa non è facile come ottenere attenzione da un interlocutore estroverso. Il registro comunicativo da adottare cambia.
Nel primo caso è consigliabile scegliere un approccio poco invadente, nel secondo caso è meglio essere più diretti e vivaci. Partire con il piede sbagliato pregiudica lo sviluppo della conversazione e distrugge sul nascere la sensazione di sentirsi compresi. 

Per progettare o ri-progettare relazioni sincere e costruttive, sarebbe opportuno promuovere una nuova cultura della comunicazione, oltre che nel nostro quotidiano personale, all’interno delle aziende.
Ho spiegato perché tempo fa, parlando di leadership e modelli di comunicazione.


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