Devi prendere una decisione? Impara a scegliere

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Per prendere una decisione, devi essere in grado di fare una scelta. “Decidere” e “scegliere”, in genere, sono considerati sinonimi, ma credo ci sia una differenza sostanziale. Prima di stabilire qualcosa in modo definitivo, infatti, ho la possibilità di riflettere, selezionare, distinguere tra più opzioni, anteporre, preferire.

È un momento chiave, in cui spesso ci si perde. “Voglio andare in vacanza” è un desiderio, cui dovrebbe seguire una fase di ricerca e analisi delle opportunità disponibili. Supponiamo: vacanze in Italia, vacanze all’estero, vacanze al mare, vacanze in montagna, viaggi low cost, viaggi di lusso, week-end o settimana?

Capirai bene che è necessario definire, innanzitutto, quale sia la tua vacanza ideale.
Solo così potrai avviare un’accurata scrematura delle proposte.

Alla fine avrai selezionato 2-3 mete e relative offerte. Potrebbe accadere che ogni pacchetto sia rispondente alle aspettative o, al contrario, che ciascuno abbia dei pro e dei contro. Nel primo caso, dovrai avere il coraggio di decidere dove andare, senza esitare inutilmente. Nel secondo caso, la decisione sarà legata alle tue priorità.

È più importante risparmiare? Preferisci girare con una guida turistica o scoprire il territorio in autonomia?
Mangi qualunque cosa o hai bisogno di menù specifici?

Insomma, per prendere una decisione devi scegliere la mappa a cui affidarti, affinché il percorso si riveli gestibile e non disastroso (in qualunque ambito della tua vita).

Ogni decisione futura dipenderà da una molteplicità di scelte presenti.


Anche non scegliere è una scelta (discutibile)


Decidere è difficile perché ci sono situazioni in cui preferiremmo non dover scegliere.
È più comodo rimanere su un terreno neutro, evitare di esprimersi senza mai assumere una posizione netta.

Purtroppo, però, ci sono dei casi in cui prendere una decisione è un dovere. Pensiamo ai genitori che devono agire per il bene dei figli (se piccoli, ovviamente), a chi lavora a capo di un’azienda, ai medici in prima linea nelle sale operatorie, a chi ha il dovere politico di prendersi cura della propria comunità.

L’elenco sarebbe lungo, ma penso di aver reso l’idea.

Puoi decidere di non parlare o non agire se il tuo comportamento non ha effetti per chi ti sta accanto.
Ma se hai degli obblighi, se è un tuo compito dire o fare qualcosa per risolvere un problema, migliorare una condizione o suggerire una soluzione, magari temporanea… non cedere alla vigliaccheria.

Tra l’altro, scegliere è anche una responsabilità, perché non tutti sono liberi di avere più alternative.
Chi lo è, quindi, dovrebbe sfruttare con maggiore attenzione e gratitudine questa preziosa occasione.


Prendere una decisione: roba da leader?


Scelte e decisioni non riguardano solo chi ha un ruolo di coordinamento. Ciascuno di noi, ogni giorno, traccia una linea di separazione immaginaria tra ciò ha davvero importanza e ciò che non ne ha. Ciascuno di noi seleziona le parole e le azioni con cui sostenere la propria evoluzione personale e anche quella collettiva: desideriamo un mondo più educato? Iniziamo per primi a utilizzare toni gentili e atteggiamenti comprensivi.

Desideriamo essere rispettati? Impariamo a scegliere e prendere decisioni tenendo presente cosa è rilevante per noi, senza lasciarci influenzare dalle aspettative altrui.

Chi vogliamo essere? Come intendiamo trasmettere i nostri valori?
La comunicazione, in tal senso, ha una funzione potente (anche quando si preferisce tacere).

Non si sceglie in fretta, né si decide dall’oggi al domani.
Questo post-it vale sia per le conclusioni personali, sia per le decisioni di gruppo.

L’unico errore da non commettere è perdere tempo per paura, per timore di mettersi in gioco, di cambiare, di essere giudicati se fuori dal coro. Rifletti quanto serve, poi vai per la tua strada.