Imparare a chiedere scusa per facilitare il dialogo

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Chiedere scusa è un’arte che richiede coraggio, sensibilità, responsabilità… e un certo tempismo. Accade spesso, infatti, che per riparare un torto si agisca troppo in fretta utilizzando le parole sbagliate o, al contrario, si aspetti troppo tempo nel tentativo di “preparare” un discorso soddisfacente.

Come comportarsi, quindi, per dimostrare il proprio dispiacere e comunicare in modo efficace con chi abbiamo ferito? Innanzitutto è una buona idea riflettere attentamente sull’accaduto, analizzare il punto di vista altrui e capire in che modo ciò che è stato detto (o fatto) abbia offeso l’altra persona.

Vietato ignorare o sminuire le ragioni degli altri

L’errore che si commette più spesso dopo un litigio è quello di troncare la discussione sbattendo la porta e andando via, oppure utilizzando espressioni tipo: “non capisco perché te la prendi tanto”, “lo dico per te”, “va beh, guarda che stavo scherzando”, “non capisci niente”.

Nel primo caso, il nostro interlocutore non avrà modo di argomentare oltre e si sentirà ignorato (il messaggio che passa è “non mi interessa cosa hai ancora da dire, mi allontano”).
Nel secondo caso, invece, l’effetto è quello di attribuire ogni responsabilità all’altro perché magari non ha capito le buone intenzioni/la battuta/il discorso in generale.

È davvero così? Ascoltare le ragioni di chi abbiamo di fronte è necessario per capire, per trovare un punto d’incontro. Mettersi in discussione è la base per gestire i conflitti in maniera costruttiva.

Pensare di essere nel giusto a prescindere non aiuta il confronto: ciò che per noi è comprensibile per l’altra persona può non esserlo e dobbiamo capirne il motivo. “Attraverso le sue lenti”, diciamo così. Immagina di criticare duramente il lavoro di un collaboratore, evidenziando le sue mancanze davanti a tutti: per te, magari, è solo un modo per scuoterlo e ottenere una reazione, un miglioramento. Però, se il tuo modo di agire, il tono di voce, le parole utilizzate, sono troppo aggressivi e il tuo interlocutore è particolarmente sensibile… offenderlo è un attimo, sai?

A quel punto, dovrai “visualizzare” la situazione dalla sua prospettiva: magari non si tratterà del collaboratore più brillante, perché particolarmente timido, ma potresti valutare altre sue buone qualità, come lo spirito d’osservazione, la riservatezza. Dialogare con lui ti aiuterebbe a capire che potresti ottenere di più, e magari più di quanto pensi, utilizzando toni più morbidi, meno arroganti e spiacevoli.

Chiedere scusa con successo: alcuni errori da evitare

Per scusarsi in maniera efficace è necessaria la buona volontà, la sincerità. Voler ristabilire davvero un rapporto con la persona offesa, voler riaprire il dialogo. Le scuse “di facciata” non servono a nulla se continui a pensare di aver ragione. Nella maggior parte dei casi il torto è presente in entrambe le parti, ma solo essere aperti e concilianti aiuta ciascuno ad ammettere le proprie responsabilità.

A tal proposito, infatti, è bene evitare frasi come questa: “certo, io ho sbagliato, però anche tu hai le tue colpe”. Sottolinearlo è inutile e controproducente. Meglio far capire che si è dispiaciuti per il proprio comportamento e che si è disposti a migliorare… collaborando.  Inoltre, è saggio lasciar perdere l’ironia (che, spesso, genera fraintendimenti) e anche scuse generiche tipo “mi dispiace” o “non ci siamo capiti”, soprattutto se inviate tramite chat o via email. Chiedere scusa di persona è più difficile, senza dubbio, ma sarà un sforzo apprezzato. Lasciamo poi che l’altro decida liberamente se e quando riconciliarsi.

Scusarsi non significa essere deboli, cedere o “perdere”, anzi! Dimostra che si è in grado di valutare le proprie azioni con oggettività, senza presunzione, con la voglia di dare un “perché” alle cose senza cercare per forza un colpevole. Significa che si è capaci di mediare, trasformare i problemi in risorse e trovare una soluzione condivisa che ristabilisca l’equilibrio. Arroccarsi sulle proprie idee, al contrario, è l’atteggiamento tipico di chi non sa comunicare né coltivare buone relazioni.