Come creare una community che vale

Per creare una community di valore, utile e stimolante, è necessario organizzare un flusso costante di contenuti e favorire al massimo la partecipazione. Esistono diversi tipi di community, ciascuna nata per un motivo specifico, ma con un unico filo conduttore: instaurare relazioni costruttive.

Ogni community basa la sua esistenza sulla condivisione di un insieme di regole e il senso di appartenenza ad essa grazie alla condivisione di specifici interessi (prodotti, brand, un argomenti).

Avviare una community di successo

Una community di successo è attiva e partecipata: avere 1000 iscritti che non interagiscono tra loro, che non rispondono ai sondaggi, che non condividono contenuti ed esperienze, non porta da nessuna parte. Basare le proprie aspettative solo sui numeri non è mai una buona scelta: meglio essere fieri di avere solo 500 iscritti, ma coinvolti e dinamici. Una community, in definitiva, non può reggere senza un obiettivo e senza dialogo tra gli utenti. Per queste ragioni:

  • prima di creare una community è fondamentale monitorare la Rete e verificare il grado di interesse già esistente verso il prodotto/l’azienda/il tema da proporre
  • per distinguersi è utile verificare l’atteggiamento dei competitor: come coinvolgono gli utenti? Che tipo di risposte forniscono? Sono efficaci e apprezzati? Cosa manca alla loro strategia?
  • per evitare errori, meglio definire bene ciò che vogliamo ottenere: maggiore visibilità? Aumento delle vendite? Iscrizioni ad un evento?  Inoltre: valuteremo i risultati solo in termini quantitativi o anche qualitativi?

Community e social network: differenze

Si tende a fare confusione, ma in effetti esistono alcuni particolari che distinguono una “community di interessi” da Facebook e Twitter, per citare i social più amati.

Questi ultimi, infatti, sono soprattutto luoghi di condivisione, mentre una community in senso stretto è un luogo di aggregazione che coinvolge utenti uniti da un preciso interesse, stimolando non solo la conversazione, ma anche la co-creazione. Una pagina Facebook dedicata a un brand può rappresentare una community, ma gli argomenti sono sempre piuttosto vari e modificabili.

Proviamo a semplificare il concetto: visitando la pagina Facebook Mulino Bianco, noteremo la presenza di numerose persone che apprezzano i prodotti dell’azienda, desiderano scoprire le novità, le offerte, partecipare a iniziative dedicate. Chi segue la pagina, il fan, ha libertà d’intervenire con un like, un commento, una domanda, ma si tratta più che altro di una vetrina per l’azienda e di uno strumento di collegamento con i propri consumatori.

casa-bricocenter-homepage

Homepage Casa Bricocenter

Diversa impostazione ha Casa Bricocenter: community nel vero senso del termine, dedicata a tutti gli appassionati di bricolage, lavori in casa o in giardino.

Scopri Casa Bricocenter: il fai da te ha trovato casa!  

Con una semplice registrazione si inizia subito a condividere informazioni ed esperienze. Questo è un altro dettaglio da non sottovalutare: con una community proprietaria, l’azienda è in grado di monitorare i dati degli utenti e fidelizzarli, contrariamente a quanto avviene sui social network (in cui gli utenti utilizzano spesso nickname e i dati sono comunque di proprietà delle piattaforme di riferimento). I social sono, invece, un ottimo strumento a servizio della community stessa: contribuiscono a promuoverla, a rendere note le attività più importanti, a moltiplicare la diffusione dei contenuti. Basta integrare Twitter, Facebook, YouTube ecc. al proprio canale principale.

Assistenza e premi per i membri della community

Non tutti gli utenti utilizzano i social network, quindi per rispondere a una domanda e prestare assistenza è buona norma creare una pagina dedicata sulla piattaforma principale della community, con i recapiti classici (numero di telefono, indirizzo email) e un modulo di contatto.

Twitter può servire per informazioni brevi e dirette (come un disservizio momentaneo o l’apertura delle iscrizioni a numero chiuso per un meeting), mentre YouTube è la scelta giusta per i tutorial e le video-recensioni. Insomma, ogni canale ha la sua utilità, ma non sostituisce la community.

Per gestire al meglio le discussioni è importante ascoltare e osservare il comportamento dei membri e intervenire solo quando necessario per stimolare la conversazione o risolvere un problema. Non bisogna censurare i commenti negativi, ma piuttosto ricordare l’esistenza di una netiquette.

Indispensabile un piano editoriale in grado di favorire la partecipazione e l’interesse: un sistema utilizzato di frequente è quello dell’accumulo punti.

Alcuni sono “dichiarati”, come nel caso di Casa Bricocenter: ogni utente sa che ogni sua azione all’interno della community permette di accumulare punti e ottenere buoni sconto da spendere in Bricocenter. In altri casi, il premio arriva “a sorpresa”, con regali agli utenti più attivi, senza indicazioni specifiche (e con una certosina azione di monitoraggio da parte dello staff). Il premio (reward) rappresenta un modo per ringraziare e gratificare i migliori sostenitori.

Quali sono secondo voi le azioni principali da compiere per creare una community attiva? C’è qualche esempio, in particolare, che trovate interessante?