Questione di opportunità

Quanto sono importanti, nella vita, le opportunità? Secondo me tantissimo, soprattutto se la loro mancanza pregiudica il proprio percorso personale e professionale. Una domanda che mi sono posta spesso e volentieri, soprattutto negli ultimi anni. Si parla tanto di merito, di diritti, ma la verità è che la bravura conta fino a un certo punto: se non vogliamo parlare di “caso” o di “fortuna”, semplicemente pensiamo al tipo di opportunità che la vita ci offre. Non tutti hanno le stesse occasioni, gli stessi strumenti, la stessa libertà di scegliere.

Chi ama dare consigli dirà: “Bisogna darsi da fare, perché nulla cade dal cielo”. Verissimo.
Però, credo sia giusto constatare che esistono così tante situazioni differenti e contesti talmente distanti l’uno dall’altro, che un’esortazione di questo tipo può apparire, in certi casi, quasi ridicola.

Esperienze che aiutano a crescere: un esempio pratico

Giorni fa, leggendo Pragmatiko.it, ho avuto modo di vedere il video case history relativo all’iniziativa Pets4Pets Project:

La pubblicità pensata dai bambini, per far pensare i grandi.

Un’idea molto bella, che ha coinvolto una scuola elementare di Milano e numerosi professionisti della comunicazione (creativi, fotografi, animatori, registi, speaker ecc.) allo scopo di realizzare spot televisivi, comunicati radio e annunci stampa a sostegno del WWF.

Pets4Pets project

I bambini hanno avuto l’opportunità di partecipare, con le loro idee, all’intero processo creativo, dal brief all’on-air, seguiti dagli esperti. Un vero e proprio laboratorio sul campo che sono certa (ma il video lo dimostra) sia stato vissuto con grande entusiasmo da tutti i piccoli aspiranti pubblicitari. Tanto che, alla fine, una bambina esprime il suo desiderio di diventare “pubblicitaria e regista”. Progetti del genere rappresentano punti fermi nel processo di crescita personale e culturale di chi li vive e possono influenzare parecchio le scelte future.

Se manca l’opportunità non è detto che manchi il merito…

Ciò mi ha portato a riflettere su una triste realtà: non tutte le scuole, non tutte le città e, a maggior ragione, i piccoli paesi, hanno l’occasione di avviare esperienze simili. Un vero peccato, perché chissà quanti piccoli creativi non sanno di esserlo e chissà quante prospettive rimarranno sconosciute perché lontanissime dalla loro realtà.

Molte scuole non hanno biblioteche, palestre attrezzate, computer e, diciamolo, neanche la carta igienica: quando manca il minimo sindacale, come si dice, è impossibile pensare alle opportunità, perché i discorsi si riducono a conclusioni tipo “Non abbiamo i fondi necessari” oppure “Chi ce lo fa fare?”. Alle mancanze oggettive, si aggiungono gli atteggiamenti spesso rinunciatari già in partenza.
A pagarne le conseguenze, alla fine, sono i ragazzi.
Chi vive in contesti più fortunati, con aule moderne, programmi didattici ampi e variegati, servizi di orientamento e assistenza sempre attivi (anche online), non può immaginare quali difficoltà abbiano certi istituti e quanti servizi di base siano praticamente assenti in tanti Comuni…

Pensandoci, anche il mondo del lavoro presenta le medesime caratteristiche: chiude molte porte ad alcuni e le spalanca ad altri senza precisi criteri, senza indagare sul reale percorso di ciascuno… è la vita, dicono. Ma sono convinta di una cosa: anche coloro che non hanno studiato all’Estero, che non vantano un CV con esperienze in multinazionali, che non hanno mai viaggiato su un treno Freccia, che non hanno mai avuto grandi opportunità durante il cammino, avranno tanta forza e tanta tenacia in più per dimostrare il loro valore.

Nella speranza che qualcuno, prima o poi, se ne accorga.