Partecipazione: come nascono le idee condivise

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Cosa significa “partecipare”? 

Quando un soggetto ha la possibilità di influire sull’esito di un progetto o di un evento, quando può avere un ruolo attivo nelle decisioni, si può ben parlare di partecipazione. Spesso il termine è associato ad altri che lo richiamano, tipo “comunicazione” o “dialogo”, però gli obiettivi sono diversi: una riunione non avrebbe sbocchi utili se ogni idea proposta non fosse argomentata, analizzata, discussa e sfruttata per la creazione di un progetto condiviso.

La cosiddetta progettazione partecipata, infatti, rappresenta una vera e propria tecnica destinata a trattare problemi e trovare soluzioni da attuare, coinvolgendo attivamente il maggior numero possibile di “attori”.
Supponiamo che una scuola organizzi un incontro dedicato alle famiglie, con l’obiettivo di migliorare i servizi.  Più ampia sarà la partecipazione dei genitori, maggiori saranno le “voci del coro” e migliore sarà il risultato (nel senso che verrà soddisfatta la maggior parte delle esigenze collettive). D’altronde assentarsi non solo denoterebbe disinteresse, ma sarebbe anche un punto a sfavore nel caso in cui le decisioni prese non fossero condivise.

Costruzione del consenso e idee condivise

Un problema noto, in questi casi, è la facile manipolazione degli interventi, allo scopo di favorire personali interessi: ciò accade soprattutto se i partecipanti considerano inutile l’incontro organizzato, pensando che non si possano trovare soluzioni soddisfacenti per tutti. Una preoccupazione comprensibile, certo. Ma è proprio a questo che serve progettare la partecipazione: ciascuno deve diventare, a suo modo, protagonista di un percorso di confronto costruttivo, in cui ogni opinione dev’essere ascoltata e rispettata.

Mettere in gioco il proprio punto di vista: questa la base di partenza per un processo genuino di scambio e analisi, un atteggiamento che è bene sia abbracciato non solo dai singoli partecipanti, ma anche dal facilitatore, figura specializzata che ha il compito di  accompagnare il gruppo verso la realizzazione dei propri obiettivi, superando gli ostacoli e i momenti di sconforto (sempre presenti all’interno di un team di lavoro).

Le principali domande da porsi, già durante le prime fasi di un percorso partecipato, sono le seguenti:

  • Come possiamo migliorare la situazione in cui ci troviamo?
  • Questa è davvero la scelta migliore?
  • Ci sono altri che pensano diversamente?

Tenere in considerazione tutti i pareri, fermarsi ogni tanto a riassumere e poi proseguire, permette di non perdere il filo del discorso e mantenere viva l’attenzione, in modo ordinato.