Cosa fa una comunicatrice sociale?

Vorrei spiegare in breve, a chi me lo chiede ancora (e a chi se lo chiede!), cosa significhi essere una comunicatrice sociale, in cosa consista davvero occuparsi di comunicazione sociale.
Ovviamente, racconterò la mia esperienza e il mio punto di vista.

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Comunicare il sociale


Comunicare il sociale significa catalizzare l’attenzione su temi rilevanti (solidarietà, tutela dei diritti, rispetto dell’ambiente ecc.) tramite messaggi, iniziative e campagne di sensibilizzazione, informazione e persuasione.

Una comunicatrice sociale lavora soprattutto con le organizzazioni non profit, gli enti pubblici, le istituzioni scolastiche, le aziende.
L’obiettivo è di diffondere consapevolezza e modificare certi atteggiamenti e comportamenti.
Sostenere una causa, migliorare il dialogo e la comprensione.

Quando il sociale incontra l’imprenditoria si parla di Responsabilità Sociale d’Impresa: il comunicatore sociale ha il compito di facilitare l’incontro tra etica e business, utilizzando adeguatamente le parole e gli strumenti propri del marketing sociale e del fundraising.

Sicuramente un bel lavoro, ma molto complesso, che richiede conoscenze e competenze specifiche, ma anche una buona dose di sensibilità. Francamente, non tutti gli operatori del settore con cui sono entrata in contatto in questi anni hanno dimostrato di averne… e ciò meriterebbe un discorso a parte.


Ruolo di una comunicatrice sociale


Come qualsiasi altro professionista del settore, una consulente di comunicazione sociale studia il contesto in cui dovrà operare, sviluppa idee e strategie in stretta collaborazione con l’associazione, l’ente o l’impresa committente e suggerisce metodi e strumenti efficaci (adeguati al messaggio da divulgare e non invasivi), con un valore aggiunto: la specializzazione.

Ideare uno slogan e occuparsi di pubbliche relazioni rientra nelle competenze generali, ma se per me può essere possibile (da redattrice) scrivere un articolo di economia e finanza, non è certamente pensabile diventare una consulente in materia di fiscale. Potrei dare un aiuto concreto solo nell’ambito in cui ritengo di essere preparata, realizzando ad esempio:

  • progetti educativi per le scuole;
  • campagne e iniziative di sensibilizzazione per le associazioni;
  • percorsi di progettazione partecipata e valorizzazione del territorio;
  • strategie per migliorare (e semplificare) la comunicazione in azienda.

Offrire punti di vista alternativi, nuove risposte a vecchi bisogni.
Dare voce e creare reti: occuparsi di comunicazione sociale è anche questo.


La mia esperienza, le mie osservazioni


Ho iniziato a fare volontariato a 14 anni, come animatrice per i bambini, e ho proseguito diventando socia/sostenitrice/donatrice attiva per varie Onlus. Insomma, ho “bazzicato” nel non profit molto presto.  Poi ho scelto la facoltà di Scienze Politiche ad indirizzo politico-sociale, che mi ha dato modo di approfondire argomenti chiave in un ambiente multidisciplinare.

Tra le materie fondamentali: sociologia della comunicazione, psicologia sociale, metodologia e tecnica della ricerca sociale, sociologia politica, sociologia del diritto, sociologia economica, sociologia urbana. Ho partecipato a progetti di ricerca interessanti, da cui ho tratto molto, anche se (bisogna ammetterlo) ai colloqui di lavoro nessun selezionatore ha mai voluto saperne di più. Peccato.

La mia esperienza è fatta di piccole cose, di piccole realtà, ma di grandi insegnamenti. Raccolti negli anni. Ho pensato di intraprendere un percorso individuale, da freelance, e di unire le mie passioni (scrittura, sociale e comunicazione digitale) per offrire un supporto completo, semplice e flessibile.

Non solo tecnica, ma soprattutto cuore. Osservo ogni giorno il mondo che ci circonda, rifletto sui suoi problemi, le sue incongruenze, le sue ingiustizie e, con un’enorme dose di critica e auto-critica, cerco di trasferire tutte le conclusioni nel mio lavoro quotidiano. Amo il confronto e mettermi in discussione. E stimo chi, a sua volta, possiede questa voglia di guardare oltre.


La comunicazione sociale… secondo me


La comunicazione sociale che piace a me è fatta di analisi del reale: quando parliamo di rispetto degli altri, di lotta alla povertà, dobbiamo sempre partire, in primo luogo, dal nostro territorio. Solo così è possibile costruire un cambiamento anche a Km di distanza. Altrimenti, andremmo sì lontano, ma porteremmo con noi convinzioni sbagliate. E quelle, di conseguenza, trasmetteremmo.

Se diciamo di voler sostenere la parità di diritti, impariamo ad essere coerenti e a rispettarli davvero tutti. Inutile partecipare alle grandi manifestazioni se poi mostriamo totale indifferenza verso i problemi del vicino di pianerottolo, del collega di scrivania, di un familiare. Inutile parlare di libertà se poi la prima cosa che facciamo è criticare solo per il gusto di contraddire.

Impariamo a non fidarci delle apparenze, a non giudicare senza conoscere, a cercare di comprendere anche ciò che non ci rispecchia. La mia aspirazione: sensibilizzare al dialogo e alla partecipazione concreta, introdurre la “comunicazione responsabile” nei piccoli ambienti in cui viviamo. Sogno troppo? 🙂

2 commenti

  1. Mattia in 29 Ottobre 2014 il 16:25

    Che bello tornare a leggerti Chiara! Davvero bello!
    E bello il post con cui hai deciso di ricominciare a scrivere: chiaro e preciso.

    Chissà se un giorno ci conosceremo magari sì! Intanto per me hai centrato in pieno la questione: in modo sottile e apparentemente nascosto hai messo in evidenza come al centro della comunicazione sociale ci siano le Persone. Questo è l’aspetto che preferisco, le persone e le loro storie.

    Insomma che dire? Ben tornata! Se non sbaglio d’ora in poi ci ci leggeremo anche su una terza realtà che ci accomuna no? Ssshhh non diciamo niente.



    • Chiara in 29 Ottobre 2014 il 17:24

      Ciao Mattia! Anche per me è bello ritrovarti su questo piccolo blog! 😉
      Ho sempre ammesso di non essere costante nella pubblicazione dei post, preferisco scrivere quando ho davvero qualcosa da dire.
      In questo caso, ho voluto delineare un po’ i contorni di una professione spesso sottovalutata o, al contrario, idealizzata.

      Hai detto bene: al centro della comunicazione sociale ci sono le persone e tanti percorsi di vita, uno diverso dall’altro. Non solo campagne e grandi slogan. Per me il sociale parte dal basso, offre esempi, punti di riferimento. E lo dovrebbe fare in punta di piedi, senza troppi piedistalli. Altrimenti si rischia di predicare bene e razzolare male…

      Per il resto… sì, ci ritroveremo su una terza realtà a noi nota… finalmente, eh? 🙂 Spero riusciremo anche a chiacchierare offline, prima o poi! Sono fiduciosa. Grazie mille per il tuo commento, a presto!